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STORIA

Lo sapevi che originariamente il post-it venne inventato come segnalibro?

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Come tante altre innovazioni, anche quella del post-it nasce per caso. Siamo nel 1968 a Saint Paul, Minnesota. Più precisamente ci troviamo negli uffici della 3M, una multinazionale statunitense che nel 1930 aveva già brevettato lo scotch e che si occupa di diversi prodotti: dai circuiti elettronici agli abrasivi, dalle protezioni antincendio agli adesivi. 

Il dottor Spencer Silver, un impiegato della 3M, è impegnato con la creazione di nuovi tipi di adesivi. Con queste parole lo scienziato commenta il suo lavoro a riguardo:

“It was part of my job as a researcher to develop new adhesives, and at that time we wanted to develop bigger, stronger, tougher adhesives” ¹.

Da questa continua ricerca ne uscì, tra le altre cose, un adesivo dalle caratteristiche del tutto particolari:

 si “appoggiava” al foglio, rimanendo saldamente attaccato, ma si riusciva a staccare con molta facilità e a riattaccarlo nuovamente.

Come fa questo adesivo ad avere queste caratteristiche?

Guardandolo al microscopio si notano tante minuscole micro-sfere di resina ureica (per intenderci, quella espansa è quella che viene usata per l’isolamento delle case) e carbammidica (sempre utilizzata per i rivestimenti), al loro interno ripiene di un adesivo. Se sottoposte a pressione (pensate alla pressione che ponete sulla parte adesiva di un post-it quando volete incollarlo) le micro-sfere dell’adesivo si rompono rilasciando l’adesivo che permette di incollare.

Ma allora come mai si può riattaccare più volte?

Questo è possibile grazie a una particolarità delle micro-sfere: infatti non tutte le micro-sfere presenti sull'adesivo si rompono alla prima pressione; è quindi possibile staccare l’adesivo e, con una seconda pressione, rincollarlo nuovamente e così via finché tutte le micro-sfere sono rotte e l’adesivo non ha più effetto.

Questa colla però non corrispondeva per niente ai criteri di ricerca che si era posto lo scienziato inizialmente, ma ciò nonostante non abbandonò subito la nuova scoperta. Ne parlò con altri colleghi e non smise mai di cercare un’applicazione utile per questo suo adesivo.

Una rappresentazione home made di come funziona la colla

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Nel frattempo un altro scienziato sempre impiegato presso la 3M, Arthur Fry, si trovava ogni settimana davanti a un dilemma che gli procurava molta frustrazione: tutti i mercoledì sera, quando si trovava con altri membri del coro nella sua chiesa per fare le prove, segnava con dei piccoli pezzetti di carta i canti degli spartiti che sarebbero poi stati usati durante la funzione della domenica; ma per quel giorno tutti i pezzetti di carta erano già caduti, rendendo inutile il lavoro di Fry. 

Finché non si ricordò di aver assistito a un seminario, tenuto proprio da Silver, sulle micro-sfere adesive. Preso dall'entusiasmo decise, insieme a Silver, di provare a sviluppare un nuovo prodotto:

un segnalibro adesivo.

Ora restava solo trovare un modo per testare il nuovo prodotto, ma i dirigenti non erano molto convinti dell’innovazione; Perché preferire quei segnalibri così particolari a quelli tradizionali? Ma i due scienziati, in particolare Fry, non si arresero e continuarono a sviluppare il progetto anche a casa: installando un macchinario nel suo appartamento riuscì ad integrare la colla di Silver a un foglio di carta. 

La situazione rimase abbastanza statica finché i due scienziati non cominciarono a comunicare tra loro attaccando in giro per l’ufficio questi biglietti di carta adesivi. Non restava che insistere e trovare qualcuno disponibile a testare il prodotto. Quali migliori tester se non gli stessi dipendenti della 3M? Come previsto dai due scienziati, i dipendenti rimasero entusiasti di questi piccoli foglietti di carta adesivi e anche i dirigenti sembravano finalmente essersi convinti a fare un test di mercato, nonostante i dubbi degli scienziati perché si resero conto che i dipendenti stavano usando i biglietti per comunicare e non come segnalibri: l’invenzione stava prendendo una piega diversa dalle aspettative iniziali dei due impiegati protagonisti della nostra storia. Cosi finirono per commercializzare non più un nuovo tipo di segnalibro ma un nuovo strumento per comunicare, prendere note, come promemoria ecc.

E l'iconico colore giallo??

Entra per puro caso: infatti nel momento in cui Fry e Silver stavano testando il nuovo adesivo sentirono la necessità di provare a incollarlo sulla carta e, per pura casualità, l’unico pezzo di carta disponibile nell'ufficio a fianco era proprio giallo(Canary Yellow). Una casualità che, secondo gli studi di Kanner (1989), è del tutto azzeccata: infatti il colore giallo cattura l’attenzione dell’occhio umano molto più velocemente degli altri colori e viene associato dai consumatori alla novità e all'attenzione.

Note: ¹ https://www.post-it.com/3M/en_US/post-it/contact-us/about-us/

Sitografia: 

https://www.blogalileo.com/come-funzionano-i-post-it/

https://www.post-it.com/3M/en_US/post-it/contact-us/about-us/

Bibliografia:

Garner, R. (2005). Post-It® Note Persuasion: A Sticky Influence, JOURNAL OF CONSUMER PSYCHOLOGY, 15(3), 230–237

Petroski, H. (Autumn, 1992). Let us now praise the humble post-It, Wilson Quarterly (1976-), Vol.16, No. 4 (Autumn, 1992), pp.104-110.

Photo credits:

https://www.merita.biz/post-it-notes/

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